29 gennaio 2022

83

In un attimo si passa dall'esaltazione all'aggressione: succede oggi come ai tempi di Gesù. l'83 richiama il maltempo che potrebbe anche essere utile a "purificare l'aria", chissà...

Chi vuole può leggere qui il testo della "Fantasticheria" su La Voce di Ferrara-Comacchio , esattamente un anno dopo che ho iniziato questa avventura.
(più sotto trovate il link alla canzone di questa settimana: si trova solo su YouTube).

Secondo la smorfia napoletana, 83 indica il maltempo: esattamente la situazione che Luca ci racconta questa settimana. Quando Gesù parla e svela ipocrisie, contraddizioni, chiusure mentali di vario genere, il cielo, metaforicamente, si rabbuia e si intravedono lampi e tuoni. In un attimo si passa dall'esaltazione all'aggressione: è successo a Gesù e succede oggi. Penso a tanti che lavorano per gestire la pandemia: sono stati esaltati come eroi nel periodo di “Andrà tutto bene” e da qualche tempo, invece, capita che vengano anche aggrediti sul posto del lavoro.

Il maltempo può portare pulizia: si dice che una buona pioggia "lava l’aria".
Oggi le piogge spesso sono sostituite da “bombe d’acqua”: cadono su terreni martoriati dall’uomo causando frane e alluvioni. La situazione si trascina da tempo, già nell’83 nello spettacolo “Articiock” si citava la pubblicità di un tonno per dire che, a causa della gestione sbagliata del territorio, “l’Italia è così tenera che si taglia con un grissino”.
Sarebbe ora, come Gesù, di cambiare direzione. L’immagine descritta da Luca è potente, ci fa vedere la folla in preda all’isteria collettiva; poi, ecco Gesù che, con la forza della verità, la taglia in due allontanandosi. Il testimone oculare che ha raccontato l’episodio a Luca evidentemente studiava cinematografia.
Mi viene in mente un ritornello “pioggia non fermarti mai, cadi giù finche' tu puoi: troppo male c'è quaggiù, lava tutto quel che puoi”, era una canzone di Mauro Lusini. L’ho trovata: si chiama “Il Corvo Impazzito”.

Qui la canzone di Mauro Lusini (autore, fra l'altro, di "C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones") 

                                              Il Corvo Impazzito 
 
pioggia non fermarti mai, cadi giù finche' tu puoi: troppo male c'è quaggiù, lava tutto quel che puoi”.



 

20 gennaio 2022

82

Nell'82 la mia obiezione di coscienza si è concretizzata in una dichiarazione di cui ho dovuto rendere conto all'autorità militare. Niente di straordinario, uno spunto per riflettere su come sia più facile parlare che agire.

Il testo integrale, pubblicato sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio

Nel 1982 ero alle prese con l’obiezione di coscienza al servizio militare. Presentata la mia dichiarazione aspettavo di essere chiamato da qualche autorità per valutare la fondatezza delle mie intenzioni. Quando mi hanno convocato al Comando dei Carabinieri di Pontelagoscuro ero prontissimo: da Gesù a Gandhi, passando per Aldo Capitini, Don Milani e Pietro Pinna (ferrarese, primo obiettore di coscienza italiano per motivi politici) mi ero costruito basi solide per sopportare l’interrogatorio. In realtà è stato tutto molto amichevole: abbiamo finito confrontandoci sul ruolo dei cappellani militari e sulle iniziative umanitarie di diversi sacerdoti ferraresi dell'epoca.

Allora, come oggi, parlare è facile: quello che cambia il mondo è il comportamento. Luca all’inizio del suo Vangelo afferma di essersi preparato bene raccogliendo documenti e testimonianze dirette: ciò gli consente di descrivere la situazione di Gesù nella Sinagoga di Nazareth, di come, dopo lo stupore iniziale, verrà allontanato tentando anche di buttarlo giù da un precipizio. La predicazione di Gesù è realizzata nella sua testimonianza, nei miracoli, nella vicinanza agli ultimi, nella sua morte da innocente e nella sua risurrezione. Vengono i brividi a pensarci, mentre provo a trasformare le dichiarazioni in realtà vissute. Dall’82 sono passati quarant’anni: è tempo di Bilanci ma anche (cambio di consonante iniziale) di Rilanci. Oggi è sempre il giorno per ri-cominciare.

Tutti parlano di tante cose, noi diciamo: “Give peace a chance” (J.Lennon e Y.Ono)


13 gennaio 2022

81


81: capienza delle anfore, pagine di un libro. Dalle nozze di Cana alle feste nelle case accoglienti di Ferrara.
Nella Fantasticheria di questa settimana (sempre su La Voce di Ferrara-Comacchio ) si parla di un libro appena pubblicato: si tratta di "Distillare o essere distillati" di Francesco Paparella e Carlo Magri. Una storia piena di risvolti: merita di essere conosciuto.

A seguire il testo della "Fantasticheria" numero 81

81

Giovanni ci dà un dettaglio interessante sulle nozze di Cana: parla di anfore “contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri”. Consultate le mie fonti ho scoperto che la sesta anfora conteneva esattamente 81 litri.

Il vino, che prima era acqua, scorre abbondante: segno dell’attenzione di Gesù e di sua madre Maria per la festa che va alimentata nel migliore dei modi. Così Gesù manifesta la sua gloria, certifica che fare festa insieme è già un assaggio di paradiso.

Tutto ciò è possibile grazie agli sposi che hanno invitato ed accolto alla loro festa Gesù, sua madre e un bel gruppo di discepoli.

Oggi, casualmente, sono arrivato alla pagina 81 del libro che sto leggendo. Si tratta di “Distillare o essere distillato”. Il protagonista del racconto autobiografico, straniero, giovane studente a Ferrara, di religione ebraica (subirà anche la deportazione a causa delle leggi razziali), aveva trovato amicizia e sostegno presso una famiglia ferrarese.

A pagina 81 si riporta che nel 1965 scrisse all'amico Alighiero Paparella : "Vi giungerà il mio pensiero e vi ringrazierò un'altra volta per i molti inviti che mi avete esteso per celebrare le varie feste con voi tutti. Ricordo i bigliettini sul piatto di ognuno…"

A Cana, a Ferrara e in tanti luoghi del mondo si è fatta e si fa continuamente l'esperienza di festa che ha il sapore di comunità: la conferma dei sentimenti profondi che ognuno di noi prova. La canzone di questa settimana, stimolata dal ricordo delle tante feste di nozze a cui ho partecipato, è “Per dirti t’amo” di Pierangelo Bertoli




 

5 gennaio 2022

80

Non è facile convivere con le contraddizioni della mia vita, è “qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto” secondo una canzone scritta al tramonto degli anni 80.

80 è proprio il numero del primo contributo del 2022 alle  “Fantasticherie sul Vangelo della domenica” pubblicate su  La Voce di Ferrara-Comacchio 

Ecco Il testo:

Io 80 speranza e, contemporaneamente, 80 preoccupazione.

È la stessa alternanza di sentimenti che vedo negli sguardi delle persone che incrocio in questi giorni di festa: la disponibilità all'incontro, al cambiamento, alla fiducia nel futuro si scontrano con la prepotenza, la chiusura e i tentativi di arraffare il massimo che il presente può offrire.

Inoltre la permanenza del Covid continua ad alimentare le divisioni fra persone, comunità, popoli: una situazione che accentua le contraddizioni della mia vita,qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto” secondo una  canzone scritta al tramonto degli anni 80.

Sentire sulla propria pelle il peso dei contrasti quotidiani era forse lo stesso stato d’animo di chi, in fila per farsi battezzare da Giovanni, ha avuto accanto Gesù. Provo a entrare in sintonia con chi ha vissuto quel momento in cui, nel popolo e fra il popolo, è avvenuto un fenomeno straordinario.

Per me, oggi, è l’indicazione di una strada da percorrere: Giovanni e Gesù, che pagheranno di persona le nostre contraddizioni e cattiverie, testimoniano che la sofferenza è inevitabile ma non rappresenta l’ultima destinazione.

E io, che 80 incertezza, scopro che 80 consapevolezza: la fiducia autentica e l'impegno costante per gli uomini, la natura e la società sono gli atteggiamenti e i comportamenti che ci possono unire e salvare. Mi sembra che valga per tutti, credenti e non.

La canzone citata nel testo è “Amandoti”: consiglio esclusivamente le versione dal vivo dell'autore Giovanni Lindo Ferretti