27 marzo 2021

Hosanna


Di fronte al Vangelo della Domenica delle Palme la "fantasticheria" lascia spazio alla memoria.
Per me, adolescente negli anni '70, significa tornare a Jesus Christ Superstar e incontrare Hosanna proprio nella settimana in cui mi ero imposto di inziiare con la lettera H.

Ecco il testo pubblicato su La Voce di Ferrara - Comacchio

                                                                   Hosanna!

Difficile fantasticare sul Vangelo della Domenica delle Palme: il racconto della Passione è un testo perfetto, pieno di emozioni che riguardano il percorso di molti di noi. Così, complice anche l'impegno di affrontare questa settimana la lettera H, ritorno al momento in cui ho visto per la prima volta il film tratto dal musical "Jesus Christ Superstar".

Ricordo Hosanna che, nei sottotitoli, diventava il più consueto Osanna. Una scena corale in cui la folla accompagna Gesù, lo definisce Superstar, lo invoca e provoca nello stesso tempo: esattamente come accade oggi. "Hey J.C., J.C. you're alright by me” inneggiano a Gesù gli stessi che poche ore dopo, nel primo referendum della storia, daranno la preferenza a Barabba.

Poi c’è Caifa, il basso che provo ad imitare (so a memoria tutti i suoi brani). Lui, più avanti, proporrà la soluzione definitiva al problema Gesù; qui cerca quasi un dialogo ma si capisce che non legge bene la situazione in cui si trova.

Infine Gesù. Lui sa che non deve far troppo affidamento sul successo popolare: per questo si rivolge alla folla ricordando i più deboli, quelli che anche nell'euforia collettiva rimangono ai margini.

Era il 1973: oggi sono qui a prepararmi alla seconda Pasqua dell'era Covid. Ancora una volta sono chiamato a scegliere fra una superstar di passaggio in città e il vero Gesù: lo chiamo confidenzialmente “J.C.”, ma so che è morto e risorto per noi. Mentre provo a ragionare in sottofondo ascolto le musicassette (!) della colonna sonora di Jesus Christ Superstar.


 

18 marzo 2021

Gianni

La pazienza e la voglia di andare in profondità: 
doti importanti, forse rare in tempi frenetici e superficiali come quelli che stiamo vivendo.

Per questo conoscere persone come Gianni è un vero dono.

Ecco la "Fantasticheria" di cui è protagonista, come sempre pubblicata su La Voce di Ferrara - Comacchio

GIANNI

Gianni ama pescare. Il mercoledì pomeriggio chiude prima l'officina, prende tutta l'attrezzatura e va nel suo posto segreto a mettere giù le canne. Anche nel fine settimana almeno mezza giornata è dedicata alla sua passione.

Qualche volta ho accompagnato Gianni: mi ha sempre affascinato la sua capacità di stare ore a guardare i movimenti di un piccolo galleggiante in mezzo all'acqua.

Ha provato anche ad insegnarmi ma, nonostante mi ritenga un uomo tranquillo e riflessivo, ho scoperto che la pesca non fa per me.

Gianni è di poche parole ma ricordo chiaramente quel lungo pomeriggio in cui, come il cielo di primavera, si è aperto. Davanti alla distesa di canne ci siamo raccontati pezzi del nostro mondo e lui ha confermato uno sguardo acuto, capace di andare oltre le prime impressioni.

"Il galleggiante è l'esempio: quando rimane in superficie sembra inutile, incapace di mandare segnali chiari. E’ come se dormisse. Si capisce che è vivo e attento quando va sotto, quando viene attirato dalla profondità. Sai cosa ti dico? Mi sembra che anche per noi uomini sia la stessa cosa".

Gianni ama pescare e andare a fondo nei suoi pensieri: cerca, con semplicità, di riflettere sui segnali che riceve. Sono convinto che sa distinguere un tuono da una voce e ascoltare i consigli di un angelo, che magari gli indica dove lanciare le sue esche.

Fra l'altro Gianni è uno di quei pescatori che ributtano i pesci in acqua.

In suo onore sarò poco originale: la canzone di questa settimana è "Il pescatore" di De Andrè.



 

11 marzo 2021

Flora


Flora: luce, buio, giochi di parole...  e  DESIDERI SOGNI BUGIE  un libro che ho amato molto, facendo direttamente alcuni degli esperimenti poetici nel mio percorso da educatore.

Ecco il testo della "Fantasticheria" pubblicata su  La Voce di Ferrara - Comacchio

FLORA

Flora ed io prima di perderci di vista ci scrivevamo scambiandoci piccoli tentativi di giochi di parole. Erano gli anni della posta ordinaria, usavamo buste gialle per riconoscerle subito. Per Natale, mentre riordinavo gli scaffali, una sua lettere è uscita dal libro "Desideri, sogni e bugie". Rileggendola mi è venuto in mente che mancava poco al suo compleanno, così ho provato a mandarle qualcosa al vecchio indirizzo, sperando non avesse cambiato casa.

Le ho scritto un acrostico del suo nome:

Fai

Luce

Offrendo

Riflessioni

Acute.

Dopo due settimane ho trovato in buchetta una busta gialla.

Flora ama provare a scrivere poesie e mi ha mandato questo testo:

Perchè non ti ho visto quella volta

che mi hai lanciato uno sguardo,

donato un sorriso, acceso un ricordo?

Perché non mi sono fermata un istante

nella tua fatica, nel fragile passo,

in quel dubbio soltanto accennato?


Nel buio non ti vedo

ma so che sei quello che sono io

che rimango trafitta dall'indifferenza, cancellata dal disincanto.

Perché quando mi hai sfiorato

ho ritratto la mano in un gesto svagato?

Perché ho lasciato cadere l'accenno di nota della tua fragile melodia?


Nel buio non mi vedi

ma sai che sono quello che sei tu

che rimani schiacciato dall'arroganza, legato dal rimpianto.

Il disincanto, il rimpianto

nel buio non vederti accanto.

Io le parlo di "fare luce"...lei risponde sul buio: proprio quando il Vangelo richiama questo argomento. Sarà un caso?

La canzone della settimana: "Parlarmi di Firenze" da Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante.




5 marzo 2021

Ernesto


Dopo la settimana dedicata a Laura Vincenzi (di cui parlerò ancora...) riprendono le Fantasticherie sul Vangelo della domenica, secondo l'ordine che mi sono dato. La lettera D viene momentaneamente accantonata, arriva perciò il mio amico Ernesto.

La sua esperienza (e la sua scelta) mi hanno provocato riflessioni importanti che non si possono esaurire negli spazi di poche righe...lo spunto è a disposizione di chi vuole apprpfondirlo.

Come sempre l'articolo, riportato qui di seguito,  è preso dal Settimanale  La Voce di Ferrara - Comacchio

ERNESTO

Ernesto e i suoi amici avevano fondato una piccola associazione: sostenevano una cooperativa di donne del Bangladesh per farle uscire dallo sfruttamento delle multinazionali del tessile. Durante le vacanze andavano sul posto e avevano creato in Italia una piccola rete di vendita.

Un barlume di speranza, di contatti diretti, di risultati verificabili.

La notizia di questa esperienza è stata ripresa da un quotidiano nazionale: i classici “15 minuti di celebrità”. Così Ernesto e i suoi amici sono stati contattati da una grande Onlus per entrare in un ambizioso progetto finanziato dalla Comunità Europea.

Dopo un'intensa discussione Ernesto e gli altri, visto che nel frattempo le cooperative erano diventate due, hanno deciso di aderire con una e lasciare fuori l’altra.

La cooperativa sostenuta col megaprogetto ha chiuso. Nonostante molti soldi si fossero fermati negli uffici dei funzionari del governo centrale e locale, ne erano comunque arrivati abbastanza ai destinatari finali. Da quel momento invidie, imbrogli, allontanamenti, ed alcuni arresti, hanno finito per snaturare un'esperienza positiva.

L’altra cooperativa, invece, è rimasta sobriamente funzionante.

Non si può semplificare troppo, non è facile scegliere la cosa migliore.

Mi sembra, però, che Gesù, nel tempio e nel tempo, ci ricordi che la mercificazione e la ricerca del denaro (a volte a fin di bene) intaccano la carità: l'espressione più concreta della fede.

La canzone di questa settimana: "Io sono l'altro" di Niccolò Fabi.