19 marzo 2023

Il Foglietto in tasca n.27


Un semplice contributo su una riflessione che non si può ignorare: il rapporto fra bontà, giustizia e verità e la strumentalizzazione dei fatti per bassi fini di propaganda. Il desiderio di una politica che si interessi davvero del bene comune unisce i nostri tempi a quelli di San Paolo.
Ringrazio La Voce di Ferrara-Comacchio per gli stimoli e l'ospitalità che mi concede ogni settimana.

Qui il testo.

"ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità"

Sconvolto dal naufragio di profughi sulle coste di Cutro in Calabria non riesco a vedere in questo evento bontà, giustizia e verità. San Paolo, nello stesso brano che verrà letto questa domenica, scrive: "Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente." Lui l’ha fatto e lo farebbe anche oggi, io vorrei avere la forza per essere più deciso, senza troppi tentennamenti.

Anche nella nostra città in questi giorni siamo pervasi da una comunicazione istituzionale che, a mio modesto avviso, è improntata all'opposto dei frutti della luce indicati da San Paolo.
Le condanne, di pura propaganda partitica, che strumentalizzano le legittime indagini sulle strutture di accoglienza per migranti, invece di cercare la verità producono uno stigma sociale che può servire a bassi fini elettorali ma non certo allo sviluppo della comunità.

Anche lo scomposto attacco al Vescovo sul ruolo della Chiesa nella società è al servizio di una logica di parte. Segnalo che l'affermazione “La politica è la forma più alta di carità” risale al discorso tenuto da Paolo VI alla FAO il 16 novembre 1970: accusare il Vescovo e la Chiesa di fare politica è di fatto un complimento.

Si potrebbe partire proprio da questo involontario apprezzamento per trovare il gusto di lavorare insieme: far crescere bontà, giustizia e verità nella ricerca autentica del bene comune che è molto di più della semplice somma degli interessi particolari di individui e gruppi. 

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