13 novembre 2022

Il Foglietto in tasca n.11


Malachìa, un messaggero con diverse sfaccettature, stimola ricordi e riflessioni e porta ad una scoperta che diventa una domanda (anzi, due): "Chi  taglia a metà i versetti delle letture domenicali?  Con quale criterio?

Chi non ha occasione di leggere La Voce di Ferrara-Comacchio può trovare qui di seguito il testo.

Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia (e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla.)

Questa settimana leggendo il nome del profeta Malachia mi è venuto in mente il gatto che, nei fumetti Disney, passa da Paperino a Paperoga: un gatto paziente che ogni tanto sbotta per le angherie che deve subire.

Forse anche il profeta omonimo reagiva a situazioni poco simpatiche: era già predisposto di suo ad annunciare sventure (“sta per venire il giorno rovente come un forno”) e “Il Signore degli Eserciti” gli ha chiesto di mettersi al suo servizio. Per questo la profezia si chiude con un annuncio di speranza, coi raggi benefici del sole di giustizia che sorgerà.

In questo periodo, però, stimolato dall’impegno settimanale con “La Voce” cerco di approfondire un po’ per non fermarmi solo al livello emotivo. Così ho scoperto che Malachia è un nome simbolico: significa "il mio messaggero" e non individua una persona precisa.

Poi ho scoperto che al versetto finale è stata tolta questa frase: “e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla.” La trovo molto efficace e mi dispiace che sia stata tagliata dalla lettura domenicale. Mi fa sentire più vicino Malachia e mi comunica l’energia, la gioia, l’entusiasmo di chi finalmente esce da spazi ristretti e può liberare il proprio corpo nella festa. È l’immagine della fine della guerra, della pandemia, dell’oppressione...la speranza di un futuro di cui anch’io (come Malachia) sento la mancanza.


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