La "Fantasticheria" n°99 non è la penultima: con la Redazione abbiamo deciso di andare avanti fino a 104, chiudendo con la pausa estiva. Tutto ciò è compatibile con questo periodo in cui provo a lasciarmi coinvolgere nelle situazioni che mi capitano: se posso, non rinuncio a dire di si. È così che mi sto rendendo conto che c'è sempre bisogno di relazioni autentiche, di ascolto, di arricchimento reciproco: è ancora il tempo di mettersi in discussione con l'umile pazienza di chi sa che la vita è una ricerca continua.
Le lezioni più importanti di questo periodo (forse le più dure da digerire) mi arrivano dal tanto bistrattato mondo giovanile con cui, volente o nolente, ho un confronto quotidiano. Sentirmi ributtare addosso le tante incoerenze di cui sono imbevuto, sul momento mi ferisce, ma poi provo a trasformare "le ferite in feritoie" (una bellissima immagine attribuita a Don Tonino Bello). Chissà se questo sforzo, non sempre compiuto a dovere, è un frutto dello Spirito o è un vano imperativo morale.
Mi consola ricordare un lontano conoscente che di nome si chiamava proprio Paraclito. Morto a 99 anni era stato battezzato con quel nome all'inizio del secolo scorso, secondo le usanze di dare ai figli nomi sentiti in Chiesa.
Figlio di contadini, era diventato infermiere e diceva "Sono il paramedico Paraclito: per quello che riesco curo e aiuto". So che altri, più di quello che immagino, vivono come lui confermando la frase di Gesù “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”. La ricerca continua.
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