22 maggio 2022

99

AVVISO AI LETTORI 😉: le "Fantasticherie" continueranno fino al n. 104 e finiranno con la pausa estiva. Sul n. 99 si potrà leggere di relazioni e ricerca fra il mondo dei giovani e un lontano conoscente che si chiamava Paraclito.

Qui il testo pubblicato questa settimana su La Voce di Ferrara-Comacchio 
La "Fantasticheria" n°99  non è la penultima: con la Redazione abbiamo deciso di andare avanti fino a 104, chiudendo con la pausa estiva. Tutto ciò è compatibile con questo periodo in cui provo a lasciarmi coinvolgere nelle situazioni che mi capitano: se posso, non rinuncio a dire di si. È così che mi sto rendendo conto che c'è sempre bisogno di relazioni autentiche, di ascolto, di arricchimento reciproco: è ancora il tempo di mettersi in discussione con l'umile pazienza di chi sa che la vita è una ricerca continua.

Le lezioni più importanti di questo periodo (forse le più dure da digerire) mi arrivano dal tanto bistrattato mondo giovanile con cui, volente o nolente, ho un confronto quotidiano. Sentirmi ributtare addosso le tante incoerenze di cui sono imbevuto, sul momento mi ferisce, ma poi provo a trasformare "le ferite in feritoie" (una bellissima immagine attribuita a Don Tonino Bello). Chissà se questo sforzo, non sempre compiuto a dovere, è un frutto dello Spirito o è un vano imperativo morale.

Mi consola ricordare un lontano conoscente che di nome si chiamava proprio Paraclito. Morto a 99 anni era stato battezzato con quel nome all'inizio del secolo scorso, secondo le usanze di dare ai figli nomi sentiti in Chiesa.

Figlio di contadini, era diventato infermiere e diceva "Sono il paramedico Paraclito: per quello che riesco curo e aiuto". So che altri, più di quello che immagino, vivono come lui confermando la frase di Gesù “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”. La ricerca continua.


 

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