29 ottobre 2021

DA

 

Uno Scriba anonimo e anomalo stimola la fantasia fino ad arrivare al famoso percorso "da Gerusalemme a Gerico": in discesa all'andata e in salita al ritorno.
C'è anche altro nella "Fantasticheria" su  La Voce di Ferrara - Comacchio  di questa settimana:
qui si può leggere il testo.

DA

Gesù DA qualche tempo è a Gerusalemme dove si è fatto notare per l'autorità con cui parla e agisce. Per questo gli Scribi cercano un motivo per accusarlo attraverso domande trabocchetto. Mi immagino la fila degli scribi col salvatempo e  Matteo (abituato a gestire l'ufficio imposte) che chiama i numeri. Chissà perché questo scriba, invece di tentare di mettere in buca Gesù, gli fa una domanda facile che fa scattare la stima reciproca.

DA dove viene questo cambio di prospettiva, questa parentesi di sintonia in un momento di alta tensione?

Mi sembra di assistere a certi passaggi della mia giornata in cui mi preparo a combattere per affermare le mie ragioni e invece mi trovo di fronte qualcuno che mi smonta con un sorriso o un piccolo gesto di conciliazione.

Ho consultato le mie fantastiche fonti ermeneutiche ed ho saputo che lo scriba si chiamava DAniele: amava lo studio dei sacri testi e trovava il tempo per dedicarsi all’attività sportiva. Quel giorno veniva proprio DA una corsetta per tenersi in forma: era sceso DA Gerusalemme a Gerico risalendo puntuale alla manifestazione  contro Gesù. Aveva fatto un buon tempo ed era tranquillo, capace di non farsi influenzare, da ordini e pregiudizi: pronto ad usare la propria testa ed il proprio cuore.

Un vero uomo di sport  incontra degli avversari ma mai un nemico.

Posso imparare tanto DA lui, soprattutto a prendere il meglio DA ogni situazione.

In questo squarcio di serenità ascolto "You can close your eyes" di James Taylor.

 


23 ottobre 2021

A

Io che, grazie agli occhiali, credo di avere una buona vista  ho tanto da imparare dal cieco Bartimeo. Seguire o precedere Gesù: è possibile farlo nelle "Fantasticherie sul Vangelo della domenica"  ogni settimana su La Voce di Ferrara - Comacchio .

Per chi vuole leggere senza impazzire sull'immagine ecco le consuete 1.500 battute; A partire dalla preposizione A.

A

Bartimeo "Cominciò A gridare e A dire": era cieco ma sapeva parlare, inseguiva i suoi sogni e credeva nei miracoli.

Ho tanto da imparare dal figlio di Timeo: io che, grazie agli occhiali, ho una buona vista dovrei guardare A lui come un esempio, anche mentre continua A seguire Gesù lungo la strada.

Chissà come doveva essere seguire Gesù: posso solo immaginare che in parte assomigli ai momenti più entusiasmanti, intimi e ricchi della vita di ciascuno di noi.

Partito da Gerico Gesù arrivò A Bètfage (Capitolo 11 di Marco). Quando mandò due discepoli a prendere il puledro per entrare a Gerusalemme, Bartimeo andò dietro loro deciso a fermarsi in quel villaggio. Subito incontrò un uomo che lo aveva visto mendicare alla periferia di Gerico: entusiasta gli raccontò del miracolo, al punto che in tanti si radunarono. Volevano capire meglio chi fosse questo Gesù di Nazareth capace di fare miracoli.

Fu così che Bartimeo, che sapeva le intenzioni di Gesù, propose di correre verso Gerusalemme per precederlo e vederlo passare.

Nell’attesa iniziarono A stendere i loro mantelli per strada e A raccogliere fronde dai campi.

Le “Prediche” che ho consultato riportano che Bartimeo e i suoi nuovi amici furono i primi a gridare “Osanna”: i probabili inventori della “processione delle palme”.

Il brano di questa settimana è “Pregherò” di Adriano Celentano. La versione italiana di “Stand by me”, scritta da Don Backy, trasforma il testo piuttosto banale di Ben E. King in una preghiera per la cecità e la fede.

 

16 ottobre 2021

PER


La seconda preposizione semplice è  PER: per parlare della famiglia di Zebedeo, per moltiplicare, PER... continuare a fantasticare sul Vangelo della domenica, grazie al settimanale La Voce di Ferrara- Comacchio che mi dà spazio.

Questo il testo:

PER

PER questo Vangelo sono costretto a non rispettare l’ordine delle preposizioni, quello memorizzato da bambino: “di a da in con su per tra fra”. Lo ricordo ancora, anche se sempre più spesso inizio e poi mi confondo con “supercalifragilistic…”.

Gesù è venuto PER servire e dare la vita in riscatto PER molti: siamo già nel cuore del messaggio evangelico, un obiettivo chiaro che non si può fraintendere.

Quando Zebedo incontrò i suoi figli, il giorno dopo questa risposta, stava riparando le reti: quelle abbandonate da Giacomo e Giovanni PER seguire Gesù. Era ansioso di sapere se avevano avuto quello che chiedevano: era una proposta di sua moglie e lui voleva darle la risposta PER primo, confermando che sarebbero stati seduti accanto al trono di Gesù. Erano mortificati tutti e tre PER la risposta del Maestro finché non è arrivata Maria Salome, moglie di Zebedeo e mamma di Giacomo e Giovanni. “Ragazzi” dice con forza PER farsi sentire bene “Come al solito non avete capito niente! PER voi e PER noi è ora di fare un passo avanti: Gesù non è un profeta qualsiasi, seguiamolo con fiducia.

Aveva ragione lei che sarà una delle tre donne che vanno al sepolcro la mattina di Pasqua.

PER usato come simbolo matematico serve a moltiplicare: Gesù lo ho fatto PER due volte col cibo (così scrive Marco) eppure nemmeno questo è servito a cambiare l’indole degli apostoli. Servono pazienza e amore PER vedere i frutti: a Gesù non mancano, a noi consentono di vivere PER servire e PER moltiplicare.

Che ne dite di assaporare “Anche PER te” di Mogol Battisti?




8 ottobre 2021

DI


Finito l’alfabeto continuo a giocare con la lingua scritta: farò un viaggio nelle preposizioni usandole come trampolino per provare piccoli voli di fantasia.

Siamo sempre nelle "Fantasticherie sul Vangelo della domenica"
pubblicate ogni settimana su La Voce di Ferrara - Comacchio

Ecco il testo: 

DI

Finito l’alfabeto continuo a giocare con la lingua scritta:

farò un viaggio nelle preposizioni

usandole come trampolino per provare piccoli voli di fantasia

(sempre attorno al Vangelo della domenica).

Le pre-posizioni semplici, come dice il nome, stanno prima,

stanno semplicemente  e dicono già qualcosa

di quello che verrà dopo. 

Questa settimana il Vangelo  ci parla proprio DI UN TALE:

armato di buoni propositi si inginocchia davanti a Gesù

al punto da suscitarne l'amore.

Marco non ci rivela il nome:

io so che si chiamava Dino, dato che ha detto DI-no

perchè possedeva molti beni.

Vedendolo andar via triste gli ho mandato un messaggio

su una piccola pergamena

(all’epoca WhatsApp non si era ancora diffuso):

“Dino, sei sicuro DI possedere le cose? DI chi sono i tuoi beni?

DI chi i tuoi figli? DI cosa è fatto il senso delle cose?”.

Forse non è il possesso che lo ha bloccato

ma la quantità DI cose a cui ha legato la sua vita.

In questo caso Dino è meglio DI me che non ho tante proprietà

ma faccio molta fatica a staccarmi da quelle,

spesso piccole, che considero esclusivamente mie.

Ho saputo, poi, che quando Dino è arrivato a casa,

ha passato un paio di giorni a rimescolare la sua tristezza

finché non ha ritrovato l’entusiasmo di quando Gesù

lo ha guardato con amore. 

DI lui si è parlato nel suo villaggio,

la sua trasformazione è stata evidente

anche se non è stata raccolta da nessun evangelista. 

Dino ha detto DI-si ed è, per noi oggi, un segno DI speranza.

Continuo a proporre brani musicali:

questa settimana “Ovunque Proteggi” di Vinicio Capossela.


1 ottobre 2021

Zeno


Con la Z di Zeno si chiude l'ordine alfabetico: 
dalla settimana prossima su La Voce di Ferrara - Comacchio ci ritroveremo fra novità e continuità.
Zeno ci ricorda il valore dell'accoglienza facendoci entrare direttamente nel quadro descritto dal Vangelo: esperienze di famiglia, tenerezza, dolore  e abbracci.
Ecco il testo: buona lettura (basta un minuto).

Zeno.

Il Vangelo di questa settimana mi ha ricordato don Zeno il fondatore di Nomadelfia, un esempio di società accogliente. Così chiamo col suo nome i bambini e le bambine che ho avuto in affido e poi sono stati adottati. Chi era appena nato, chi aveva qualche mese; alcuni sono rimasti pochi giorni, altri per più di un anno.

Li vedo al centro della scena: stanno accanto a Gesù che, uno alla volta, li prende tra le braccia. Attorno ci sono i loro genitori adottivi che sorridono commossi, sorpresi dalla tenerezza del Figlio di Dio. Più indietro immagino i genitori naturali: di qualcuno so la storia, altri li ho visti ma soprattutto sento la tenerezza di Gesù per ognuno di loro, per le loro vicende di vite dure che hanno impedito di essere pienamente genitori. Il loro pianto ha il sapore della liberazione di chi ha sperimentato la misericordia.

Da qualche parte ci siamo anche noi, famiglie affidatarie. Stiamo sullo sfondo: non ci piace apparire e, come al solito, siamo arrivati all’ultimo momento barcamenandoci fra le varie situazioni che ogni giornata ci propone. Quindi nel mio pensiero ci sono anch’io che assaporo un contesto accogliente di straordinaria normalità. Gesù coccola i bambini: la cosa più importante che unisce genitori naturali, adottivi ed affidatari. Un momento che celebra il dono di ogni bambino per tutta l’umanità e mette in primo piano la storia speciale di chi ha tre mamme e tre papà.

Chi vuole può ascoltare “Passo passo” di Dario Marianelli (canta Petra Magoni) dal film “Pinocchio” di Garrone