8 luglio 2018

Qualcosa su mio padre (1 di 3)

Oggi, 8 luglio 2018, è passato un mese da quando è morto mio padre Carlo. 
Non voglio indugiare qui nei ricordi personali: ci tengo troppo all'intimità di questi momenti, vissuti insieme a mia sorella Bruna ed alle nostre famiglie.
Riflettendo, però, ci siamo resi conto che la memoria è diversa dai ricordi: è un patrimonio da condividere, è un semplice servizio alla dignità di ogni persona, della traccia che regala a questa umanità.
Il primo segno di consapevolezza è una rinnovata ricerca di senso che sta unendo me e Bruna, figli orfani di Carlo e Stamura, uniti in un nuovo modo di sentirci vicini che abbiamo ridefinito "sorellanza".

Dalle storie quotidiane della nostra famiglia possiamo raccogliere qualche sassolino bianco da lasciare sul sentiero: noi per primi (anche al buio, se avremo la fortuna di vedere da che parte  si accende la luna) potremo ripercorrere qualche tratto di percorso nella speranza che ci aiuti nei nuovi itinerari delle strade di ogni giorno.

Al funerale di Carlo le testimonianze dei tanti che hanno voluto esserci ci hanno confermato che la voglia di non perdere quello che ci unisce è grande.
Ci hanno chiesto di poter avere i testi che sono stati letti quel giorno.
Molti hanno sottolineato che era impossibile ricordare Carlo da solo: la sua Stamura era un tutt'uno con lui.

Oggi l'immagine è quella che abbiamo usato per il cosiddetto "santino" (esaurito il giorno del funerale) insieme alla frase scritta sul retro."Ho terminato la mia corsa"...ed è stata una lunga corsa piena di significati.



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