Oggi ci sarà il tuo funerale e chissà quanti giochi di parole o freddure inventerai sulle frasi che, inevitabilmente, le autorità presenti dovranno pronunciare. Già adesso San Pietro e gli altri sono un po' sconvolti del tuo umorismo imprevedibile ma avranno un'eternità per abituarsi.
Noi quaggiù non ci siamo riusciti fino in fondo: sei sempre stato pronto a dirne una a cui non avevamo mai pensato.
Nella mia vita hai lasciato segni indelebili fin da quando mi hai "lanciato" a fare l'educatore dei miei coetanei: "Di che hai 17 anni..." mentre ne avevo 14. La mia altezza e la tua incoscienza hanno segnato l'inizio di una storia che continua anche oggi.
Poi, ultimamente, c'è stato questo grande regalo del libro. Ero avvilito, in cerca di editori e tu, intanto, mi hai aiutato a rivedere il testo con l'occhio del critico attento e severo che sei sempre stato. Una giornata insieme a te (1 giugno 2005) ha rimesso a posto le cose. Dopo è arrivato l'editore, le tue tavole, la prefazione scritta nella tua stanza al "Betlem" e, infine, il tuo intervento alla presentazione a Palazzo Bonacossi. Le tue divagazioni sulle cotolette di mia madre rimangono impresse nella memoria e incancellabili nel DVD insieme alla tua presa in giro sulla quantità di righe dedicate a te dieci volte superiore a quelle che parlavano di me.
Era la dimostrazione di quante cose sapevi fare bene in tutti i campi in cui ti sei espresso. Io me lo dimenticavo, per me eri solo il Don Franco dei campi scuola, delle battute sceme...dei cineforum coll'obbligo dell'intervento.
E' così che rimani vicino a me come l'ultima volta che ti ho incontrato davanti a Casa Cini: un amico con cui è sempre bello "perdere un po' di tempo".
Ciao, Don Franco