20 gennaio 2007

Ciao Don Franco

Oggi ci sarà il tuo funerale e chissà quanti giochi di parole o freddure inventerai sulle frasi che, inevitabilmente, le autorità presenti dovranno pronunciare. Già adesso San Pietro e gli altri sono un po' sconvolti del tuo umorismo imprevedibile ma avranno un'eternità per abituarsi.
Noi quaggiù non ci siamo riusciti fino in fondo: sei sempre stato pronto a dirne una a cui non avevamo mai pensato.
Nella mia vita hai lasciato segni indelebili fin da quando mi hai "lanciato" a fare l'educatore dei miei coetanei: "Di che hai 17 anni..." mentre ne avevo 14. La mia altezza e la tua incoscienza hanno segnato l'inizio di una storia che continua anche oggi.
Poi, ultimamente, c'è stato questo grande regalo del libro. Ero avvilito, in cerca di editori e tu, intanto, mi hai aiutato a rivedere il testo con l'occhio del critico attento e severo che sei sempre stato. Una giornata insieme a te (1 giugno 2005) ha rimesso a posto le cose. Dopo è arrivato l'editore, le tue tavole, la prefazione scritta nella tua stanza al "Betlem" e, infine, il tuo intervento alla presentazione a Palazzo Bonacossi. Le tue divagazioni sulle cotolette di mia madre rimangono impresse nella memoria e incancellabili nel DVD insieme alla tua presa in giro sulla quantità di righe dedicate a te dieci volte superiore a quelle che parlavano di me.
Era la dimostrazione di quante cose sapevi fare bene in tutti i campi in cui ti sei espresso. Io me lo dimenticavo, per me eri solo il Don Franco dei campi scuola, delle battute sceme...dei cineforum coll'obbligo dell'intervento.
E' così che rimani vicino a me come l'ultima volta che ti ho incontrato davanti a Casa Cini: un amico con cui è sempre bello "perdere un po' di tempo".
Ciao, Don Franco

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro don Franco, ho avuto l'onore di conoscerti e lavorare con te ed altri amici nell'ultima fase dell'Associazione S.C.S. (Servizi Comunicazioni Sociali). Ti ho sempre ammirato per la tua arte, la tua cultura, la tua acuta ironia. Da te ho imparato un sacco di cose, soprattutto a "guardare con gli occhi interiori, profondi" i segni, i simboli, le immagini, le storie.... Sei sempre stato un'entusiasta di Cristo e dell'uomo, perchè sono belli, complicati, e smuovono l'anima.
Se avessi potuto cantare alla messa del tuo saluto, avrei intonato spiritual come "Io la mia veste" ed altri che cantavamo ai mitici campi scuola anni '70-'80.... Tra poco torneremo in scena con "ARTICIOCK" e stavolta riuscirai a vederci e a ridere con noi. Che il tuo senso dell'umorismo resti nei nostri cuori. Sempre.
Ciao da Chiara (detta Geraldine)

Anonimo ha detto...

Posso essere polemico? brontolone lo sono spesso, ma polemico raramente ora voglio esserlo, in queste settimane stiamo assistendo a Ferrara a un fenomeno strano (mi piacerebbe provocare u didattito paralello sull'argomento) al decesso di due Sacerdoti molto conosciuti e apprezzati in città, e non solo, per la loro testimonianza: di disponibilità, ascolto, intelligenza senso critico spiritualità in una parola Fede vi è stato un'ondata di lettere ai giornali nelle quali
ricordiamo e riportiamo i nostri episodi con questi due Uomini, ma sempre più spesso leggo con dissapunto, che immediatamente ci si affretta a sottolineare " premetto che sono una donna di poca fede" oppure "io non credente", " quel prete", ma perchè questa volontà di "emanciparsi" di non riconoscere che è grazie alla testimonianza quotidiana di Uomini come Don Franco o Don Edoardo che molte persone hanno avuto l'occasione di leggersi dentro di guardarsi attorno e accorgersi che non sono soli (forse anche gli stessi che sottolineano la loro "non credenza".
Perchè, e concludo (in quanto provocazione non deve essere ne prolissa ne tanto meno troppo argomentata) queste testimonianze ritengono che sottolineando la loro non Fede saranno meglio accettati da questa Città?
Oppure l'intellettuale è per "definizione sinistrorsa" ateo, laico e un po' comunista? Tranne l'eccezione..."quel prete"?
Non vorrei con questa mia essere andato fuori tema, il ricordo di Don Franco, e spero di non aver ferito quanti si aspettavo interventi volti solamente a citare episodi, ma ho voluto cogliere l'occasione per "dissentire", per ricordare nel presente e non volgermi al passato.

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