Come ogni settimana La Voce di Ferrara-Comacchio pubblica la rubrica @passa _Parola, arrivata al numero 35.
“Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro”
Il racconto dei viaggi di Paolo e Barnaba è più che mai attuale. Immagino 132 cardinali che tornano a casa, fino agli angoli più sperduti della terra (angoli difficili da descrivere dato che il nostro pianeta è più o meno sferico) e riuniscono le loro comunità.
Come accaduto ad Antiòchia ogni cardinale riferisce per esperienza diretta quello che Dio ha realizzato in questi giorni a Roma, ringraziando di essere stato un collaboratore dello Spirito, strumento di comunione e sinodalità. Così i cerchi concentrici del sasso di speranza lanciato nel mare del nostro tempo raggiungono ciascuno di noi: i testimoni diretti alimentano un'onda che sospinge la vitalità della chiesa.
Le porte della fede sono aperte, il giubileo della speranza continua a produrre frutti preziosi e nuove occasioni di rinascita nell’ospedale da campo per cui tanto si è speso Papa Francesco.
Da Paolo e Barnaba la passione di Dio per l'uomo è arrivata fino a Papa Francesco e, ora, a Papa Leone XIV. Un Leone che invoca una “pace disarmata e disarmante”, rappresenta la forza della mitezza che ancora oggi è in grado di sconvolgere i prepotenti che credono di governare il mondo.
In questi giorni ho sentito alcune canzoni lombarde “da osteria” in cui i preti sono chiamati “prevosti”: il cognome di Papa Leone XIV dona un senso popolare al grande servizio a cui è stato chiamato. È sempre più il momento di vivere insieme “In Illo uno unum”.

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