20 gennaio 2024

Il Foglietto in tasca n.61

Il racconto  del Libro di Giona ci mostra Dio che cambia opinione  e decide di salvare gli abitanti di Ninive. Un'apparente fragilità diventa una forza: un'idea che avevo già espresso con una piccola poesia scritta anni fa e ritrovata in questi giorni.
Si può leggere nel "Foglietto in tasca n.61" su  La Voce di Ferrara-Comacchio oppure qui di seguito.

I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece. 
Sto rimettendo in ordine i miei diversi quaderni, agende, raccoglitori dove ho scritto negli anni cose di vario genere: riflessioni, pezzi di diario, poesiole, appunti di riunioni, frasi raccolte qua e là, stimoli da esercizi spirituali. 
È un lavoro lungo e difficile per il tempo che richiede e per la valanga di emozioni che scatena.
Ho trovato una specie di poesia che ho scritto una decina d'anni fa proprio sul brano del Libro di Giona che si legge nella messa di domenica 21 gennaio 2024. 
Eccola.

Dio mi è vicino,

prima ancora di incarnarsi in un bambino:

entra nelle parole di Giona,

la gente lo ascolta e subito raGiona.

Dio mi sta accanto,

nella gioia del canto

e nel dramma del pianto:

nel digiuno di tutti

che produce i suoi frutti.

Dio è divino ed anche umano

e offre la sua mano:

crede nell’uomo con pazienza

e si fida contro ogni evidenza.

Guarda ognuno in faccia:

lo ama e ritira la sua minaccia.

Dio cambia il finale

e sconfigge con l'amore il male:

per questo è misericordioso

invece che permaloso.

È un Padre che dimostra di amarmi,

una Madre che sa ascoltarmi:

il Dio degli eserciti è andato via

per fare posto al Dio dell'armonia.



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