Da Leopardi a Bruce Springsteen: scrivere, suonare, costruire relazioni nel tempo da vivere fra macerie e progetti.
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“Primavera
d’intorno brilla nell’aria, e per li campi esulta, sí ch’a
mirarla intenerisce il core”.
In questi giorni tra matrimoni, battesimi, funerali, cresime, prime comunioni, la liturgia mi accompagna e la vita quotidiana continua a regalarmi incontri non banali. Mi chiedo se sia questo il tempo dello Spirito o se è solo una coincidenza la presenza costante di persone che mi richiamano il loro esempio di Fede vissuta. Incontro (casualmente?) i familiari dei miei due amici che sono diventati Vescovi e accolgo notizie importanti sulla vita e la morte di persone che certamente sono nell'abbraccio di Dio.
Un amico, che ho appena accompagnato suonando al suo funerale, non ha nascosto le sue fragilità con me e contemporaneamente mi ha messo di fronte ai miei limiti. Grazie a lui ho chiara la facilità con cui ci si difende da chi “disturba”, ignorando che proprio quel disturbo può essere la provocazione a cercare risposte autentiche.
Forse il tempo dello Spirito è quello in cui fra macerie e progetti, croci e sepolcri spalancati, si può ancora “lavorare su un sogno”. “Working on a dream” è il titolo di una canzone e di un intero album di Bruce Springsteen: in questi giorni si parla tanto di lui, anche nei suoi testi si possono trovare spunti per consolidare la ricerca profonda che dà senso alla nostra storia personale e comunitaria.
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