26 giugno 2022

104


Questa è l'ultima “fantasticheria”, perciò, mentre Gesù parla alla radio, mi sento autorizzato a dare consigli.
Ringrazio chi mi ha fatto compagnia e resto in ricerca di "segnali di futuro".

Segue il testo pubblicato sull'ultimo numero prima della pausa estiva del settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio

                                                        104

In questa fantasticheria n. 104 Gesù, dopo averci rimproverato quando vogliamo incenerire chi non la pensa come noi, è ospite di una trasmissione radiofonica: ogni tanto mandano in onda i vocali degli ascoltatori e lui risponde. La pubblicità e le canzoni del momento impongono tempi stretti: le risposte, perciò, sono rapide e sintetiche. 

La maggior parte degli ascoltatori usano la radio come un sottofondo mentre guidano o lavorano: le considerazioni del Messia passano senza lasciare traccia. Fra quelli che ne capiscono il significato profondo solo alcuni decidono di mettersi in gioco. È la stessa situazione della parabola del seminatore. Per quanto mi riguarda è quello che mi capita a messa: cerco di ascoltare ma poi la mente si aggroviglia e fatico ad essere davvero presente.

Per fortuna, da quasi un anno e mezzo, grazie a questa "sfida" settimanale, sono provocato a leggere e rileggere in anticipo il vangelo della domenica, a lasciarlo sedimentare fino a diventare lo stimolo per un piccolo viaggio.

Questa è l'ultima “fantasticheria”, perciò mi sento autorizzato a dare consigli. Mi limito a uno solo: leggere e rileggere il Vangelo è un antidoto efficace contro l'incapacità di ascolto di cui siamo pervasi; non a caso è un invito che la Chiesa propone con insistenza. Io sono stato "costretto" a farlo sperimentando anche un collegamento inatteso con tante persone che mi hanno fatto sapere che mi seguivano. Un piccolo modo per creare relazioni che, forse, è il regalo prezioso dello Spirito in questo tempo. Saluto cantando “See you later, alligator”


18 giugno 2022

103

Tra primo e penultimo: il sapore speciale che passa attraverso gli incontri.
Don Alessandro, Irene, Matteo, Corrado, The Sun: la festa, gli incontri, la comunità, la testimonianza che scardina i pregiudizi. 

La Fantasticheria n. 103, pubblicata  su La Voce di Ferrara-Comacchio di questa settimana, si può leggere qui di seguito.


                                                       103
103 è un numero primo ed è anche il penultimo di questa rubrica: evoca l’incertezza di etichette e previsioni.
Immagino gli Apostoli che, dopo aver sfamato 5.000 uomini, discutono fra loro e confermano che la vita propone continuamente situazioni inattese, a volte belle sorprese.
Sono andato alla giornata conclusiva la festa della Parrocchia di Malborghetto: ci tenevo a ritrovare il filo che, passando attraverso un piatto di cappellacci, collega San Maurelio e Rock a Fè
Il video del ricordo di Don Alessandro ha aperto grandi brecce emotive. 
Ero pronto per godermi le canzoni e la voce di Irene Beltrami accompagnata da Matteo Tosi e da Corrado Calessi: 3 persone la cui conoscenza, storica o recente, è condita con simpatia e tenerezza . Vederli e sentirli ha confermato la bellezza della serata.
Dopo di loro era il momento dei “The Sun”, il clou della festa. 
Avevo evitato di ascoltarli o di leggere qualcosa in anteprima per non farmi condizionare. 
In realtà avevo un pregiudizio verso i gruppi musicali orientati dal punto di vista religioso: temevo sorrisi di circostanza o dichiarazioni preconfezionate. 
Invece mi sono trovato di fronte a uomini veri, capaci di mettersi a nudo davanti al pubblico e di dare una testimonianza autentica condita con ottimi testi e musica ad altissimi livelli. 
La dimostrazione di una fede profonda, capace di contagiare chi li vede ed ascolta. Credo di aver vissuto lo stato d'animo di chi, dopo aver mangiato il pane offerto dai discepoli di Gesù, si chiedeva da dove venisse quel sapore speciale che aveva potuto gustare.


 

13 giugno 2022

102


 Abbondanza di stimoli: dal grembo al grembiule, da mia madre alla Trinità...passando per l'ortolano che girava fra le case . La Fantasticheria numero 102 sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio

Il testo per chi avrà voglia di leggerlo:

                                                      102

102 è un numero abbondante. Si tratta di un numero naturale minore della somma dei suoi divisori interi (escludendo sé stesso). 102, infatti, si può dividere per: 1, 2, 3, 6, 17, 34, 51. La loro somma fa 114 e conferma che 102 è un numero abbondante.

Da questa constatazione deriva lo spunto da "fantasticheria": quante realtà della nostra vita sono abbondanti e non ce ne rendiamo conto?

In altri passi il Vangelo ci conferma che se siamo pronti a donare ci sarà versata nel grembo "una misura buona, pigiata, colma e traboccante”(Luca 6, 38): più ci svuotiamo nel dare più abbondanza ci verrà donata.

Questo principio, carico di una forza rivoluzionaria che ancora oggi fatica a diventare stile di vita quotidiano, mi appare in immagini della mia infanzia. Rivedo mia madre che scende in strada richiamata dal fruttivendolo che passava nel quartiere col suo camioncino. "C'è l'ortolano, venite donne…patate, cipolle, melanzane…c'è l'ortolano". Mia mamma scendeva veloce lasciando le faccende in cui era impegnata e risaliva col grembiule pieno di verdure.

Il grembo del vangelo diventa il grembiule, una derivazione linguistica che ci consegna un simbolo semplice del servizio di tutti i giorni, un esempio di generosità donata e ricevuta. Forse un richiamo all'asciugatoio che Gesù si lega ai fianchi quando lava i piedi agli apostoli.

A ulteriore conferma dell'abbondanza dei doni di Dio c'è il vangelo di questa settimana: nel mistero della sua vicinanza a ciascuno di noi, Dio "si fa in tre".


4 giugno 2022

101


Da Leopardi a Bruce Springsteen: scrivere, suonare, costruire relazioni nel tempo da vivere fra macerie e progetti.

La Fantasticheria n° 101, pubblicata su La Voce di Ferrara-Comacchio di questa settimana.
Si può leggere anche qui.

                                                     101

Primavera d’intorno brilla nell’aria, e per li campi esulta, sí ch’a mirarla intenerisce il core”

Ricordo un tema alle medie in cui dovevo commentare questi versi de “Il passero Solitario” di Leopardi: provo ad affrontare con lo stesso cuore tenero il numero 101, che arriva nel pieno della primavera.

In questi giorni tra matrimoni, battesimi, funerali, cresime, prime comunioni, la liturgia mi accompagna e la vita quotidiana continua a regalarmi incontri non banali. Mi chiedo se sia questo il tempo dello Spirito o se è solo una coincidenza la presenza costante di persone che mi richiamano il loro esempio di Fede vissuta. Incontro (casualmente?) i familiari dei miei due amici che sono diventati Vescovi e accolgo notizie importanti sulla vita e la morte di persone che certamente sono nell'abbraccio di Dio.

Un amico, che ho appena accompagnato suonando al suo funerale, non ha nascosto le sue fragilità con me e contemporaneamente mi ha messo di fronte ai miei limiti. Grazie a lui ho chiara la facilità con cui ci si difende da chi “disturba”, ignorando che proprio quel disturbo può essere la provocazione a cercare risposte autentiche.

Forse il tempo dello Spirito è quello in cui fra macerie e progetti, croci e sepolcri spalancati, si può ancora “lavorare su un sogno”. “Working on a dream” è il titolo di una canzone e di un intero album di Bruce Springsteen: in questi giorni si parla tanto di lui, anche nei suoi testi si possono trovare spunti per consolidare la ricerca profonda che dà senso alla nostra storia personale e comunitaria.