15 marzo 2025

#passa_Parola n.26


Lungo la strada che porta all'asilo nido del mio Rione, accompagnando una piccola creatura, riscopro parole che indicano e indici che parlano. Condivido domande insieme alla volontà di cercare insieme le risposte. Il mio contributo di 1.500 caratteri è leggibile sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio  e riportato qui di seguito.

Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!”

Scelta questa frase dalla lettera ai Filippesi esco per accompagnare all'asilo nido il cucciolo d’uomo che mi riempie le giornate. Seduto sul passeggino guarda il mondo e usa l’indice per indicare (appunto) ciò che lo attira. Il dito si allunga come forza di coinvolgimento: veicoli, volatili, uomini, alberi, aerei entrano nel suo raggio di entusiasmo, rafforzando il tentativo di dare un nome ad ogni cosa.

È la creazione che si rigenera in ogni nuovo uomo, il legame fra mondo interiore ed esteriore: si cresce dentro perché si è proiettati fuori.

Mentre torno ascolto notizie e commenti sull’attualità nazionale e internazionale.

Sulle scale di casa mi appaiono due domande: “Quando succede che i bambini iniziano a puntare l’indice su di sé, interrompendo la passione per il mondo esterno a vantaggio di una visione egoistica della realtà? Cosa li trasforma negli adulti onnivori e insaziabili che oggi sembrano dominare il mondo?”

Se avessimo ancora la passione per la vita di quando eravamo seduti sul passeggino, il mondo sarebbe ovunque un posto splendido per vivere. Ogni dito segnalerebbe la solidarietà, la pace, il rispetto di ogni persona, dell'ambiente: nomi sempre nuovi senza la disumanità dei pochi straricchi che dispongono di un potere ogni giorno più invasivo.

Non rinuncio alla speranza ma non riesco, oggi, a gettare il cuore oltre l’ostacolo: condivido domande per cercare insieme le risposte.

 

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