16 febbraio 2025

#passa_Parola n.22

Tra benedizioni, maledizioni e descrizioni botaniche Geremia parla al cuore di chi, come me, mette in primo piano i propri progetti e visioni. Spero di non perdere mai la capacità di rimettermi in discussione. Sul settimanale  La Voce di Ferrara-Comacchio  è pubblicata la rubrica #passa_Parola il cui testo si può leggere anche qui di seguito.

Così dice il Signore: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamarisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.”

Geremia irrompe nella Messa domenicale con una maledizione pronunciata da Dio stesso: è un anticipo del Vangelo di Luca in cui le beatitudini saranno seguite da “Guai a voi” che nella versione più usata di Matteo non sono presenti.

Mi preparo a sentire domenica lettrici o lettori che proclameranno con forza il brano di Geremia: sapranno sottolineare col tono della voce le maledizioni a cui seguiranno le benedizioni. Tutto sarà proposto con la sicurezza di chi legge un messaggio importante. Questo approccio vigoroso verrà accolto dalla comunità, apprezzando le letture rivolte direttamente a ciascuno dei presenti: fino all’apoteosi del Vangelo in cui sarà evidente che il Diacono/Sacerdote è Gesù che ci parla.

Siccome so che lo Spirito realizza i suoi disegni con modalità che non coincidono con quelle auspicate da me, mi preparo anche a vivere una celebrazione meno coinvolgente cercando di non essere prevenuto o, tantomeno, di giudicare.

So di essere anch’io un tamarisco (che scopro essere la tamerice “salmastra ed arsa” di Dannunziana memoria, molto presente nei nostri Lidi): confido nei miei progetti e nelle mie visioni. Per questo spero che la messa domenicale sia sempre in grado di mettermi positivamente in crisi.

 

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