Il mio personale Lucio
Dalla sta fra due concerti dal vivo in cui l'ho potuto vedere.
Il primo era (forse) il
1976 al Comunale di Ferrara: un concerto gratuito offerto (dal Comune
?) per ricordare qualcosa di importante. Ero andato a vederlo con mia
madre: come al solito in posti scomodi nei palchi del quarto ordine.
Era uscito da poco
l'album “Anidride Solforosa” che proponeva, credo per la
prima volta, Dalla come musicista un po' sperimentale con testi di
Roberto Roversi, un vero poeta.
Per me è stata una
rivelazione, una festa da gustare in ogni momento: uno spettacolo.
Ricordo il famoso pezzo
in cui Dalla smontava il clarinetto riducendolo ai minimi termini,
ottenendo comunque suoni accompagnati dal suo canto senza parole
comprensibili.
Solo più tardi
all'Università avrei saputo che si chiamava “grammelot” e
si rifaceva direttamente alla commedia dell'arte.
Alcune canzoni mi sono
rimaste sempre in testa.
In “Borsa valori”
Dalla cantava il listino della borsa di Milano. L'avevo trovata
affascinante: anche io negli anni successivi ho inventato canzoni
improvvisando, con la chitarra, musiche su cui cercavo di cantare
testi vari o acrostici improvvisati (ho ancora le audiocassette con
su scritto “experimental production” a testimonianza della
pessima qualità di questi tentativi).
Un'altra canzone la
ricordo come “Ferrante Aporti” sul carcere minorile di Torino: In
realtà ho scoperto che si chiama “mela da scarto” o, più
correttamente, “mela DI scarto”....”furto d'auto, furto di
benzina, furto di gomme...u-ho!” “in Piemonte, là dove
c'è un monte che porta alla luna”.
Sono
stato poco a Torino ma conosco gente che là ha lavorato in carcere e
non mi stanco di guardare la luna quando ho la fortuna di incontrare
qualche monte.
L'ultima
volta, invece, è stato pochi anni fa alla “Notte Rosa” al
Lido delle Nazioni.
La
piazza era piena di ragazzine urlanti nell'attesa isterica della boy
band del momento (ora puntualmente scomparsa): prima del “clou”
altri ospiti tra cui Lucio Dalla.
Mentre
cantava Caruso mi guardavo attorno condividendo coi pochi adulti
presenti uno sguardo solidale di entusiasmo e di
tristezza...l'indifferenza del pubblico più giovane, insofferente
nell'attesa dell'effimero inconsistente, non permetteva loro di
capire dove stesse di casa la vera musica e la vera poesia.
Mi
fece molta tristezza.
In
questi giorni mi piace pensare che in qualche modo le mani di Lucio,
che quella sera sorvolavano la tastiera, avranno trovato un modo per
accarezzare anche chi in quel momento non ha saputo apprezzarlo...la
buona musica trova sempre la strada del cuore.
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