Il 9 novembre del 1989 ero a casa: da giovane padre dipendente pubblico studiavo per un esame all’università (le famose 150 ore...) approfittando delle mattine coi bambini al nido.
Mi ricordo bene, in una pausa, le immagini del muro di Berlino che cominciava a venire giù.
Ho pianto da solo qualche strana lacrima sugli appunti di Hobbes.
Il 9 novembre 2012 sono ancora a casa: da vecchio genitore vigilo il deserto della casa (siamo in tanti a vivere insieme, ma tutti gli altri sono fuori) mentre l’installatore monta le nuove finestre sperando che davvero tengano dentro il caldo e lascino fuori il freddo e i rumori.
E’ l’epoca del risparmio energetico: oggi fai un sacrificio sperando in un sollievo futuro.
Il 9 novembre 2010 ero a casa quando, alle 7, mi hanno telefonato dall’ospedale... mia madre stava molto male. Esattamente due anni fa.
Ricordo tutto e conservo i dettagli nel mio spazio più intimo: sono diventati il terreno su cui crescono fiori inattesi e stupendi.
Tu Stamura, come sempre, vedi le cose meglio di me e sai a cosa mi riferisco.
Un muro, una finestra, qualche lacrima, un fiore che che cresce nonostante tutto: io sono qui.
1 commento:
una telefonata durante la sosta pipì,il bus che si ferma e riparte senza una ruota , il traffico e il caldo di Dar e la paura di non riuscire ad arrivare in tempo per il tuo funerale , stupida paura perchè là dove sei non importano i ritardi e le mancanze e le parole .
Sul muro della Nyumba c'è scritto :Ciao Stamura tessera n.1,anche la casa con le ali si appoggia su di te.
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