Ho trovato in una agenda
del 1991 (vent'anni fa) questo appunto. Non ricordo nemmeno se l'ho
scritto io o l'ho copiato da qualche parte.
Ora lo scrivo usando la
tastiera di questo vecchio pc e lo condivido con chi volesse leggerlo
vent'anni dopo
Non so dire e non so
nemmeno se “dire” è il modo giusto di dire quello che non so.
Non saprei nemmeno
dire se quello che non so non lo so davvero oppure sono talmente
ignaro che non so neppure di non sapere.
E’ così che avanzo
incerto fra le parole che dicono del Natale.
Intanto non ricordo in
modo preciso perché si festeggia il Natale: ho captato qualcosa
legato ad un grasso individuo vestito di rosso che vaga nei cieli
portando generi commerciali, soprattutto a bambini mediamente
benestanti. Questa è certamente la cosa più importante, insieme
all’impegno che tutti mettono nell’addobbare alberi fino a
renderli irriconoscibili.
Non so dire di meno,
ma questi, nell’incertezza generale mi sembrano i segni più
importanti del Natale.
Poi qualcuno, credo,
fa finta di credere a qualcosa di divino.
Beati loro: io credo
che l’unica cosa in cui credo è che credo che credere non sia una
cosa da credere. Non sono sicuro di nulla ma sono sicuro di non
essere un credulone.
Costoro dopo aver
finto di credere nel “rosso – ciccio – volante” si lavano la
coscienza ricordando un altrettanto improbabile divinità diventata
uomo attraverso la nascita in una grotta in Palestina.
Siamo seri: io non
sarò sicuro di tante cose ma chi diffonde credenze del genere è
certamente, nella migliore delle ipotesi, un illuso, quando non un
mistificatore o un imbroglione.
Non so dire, infine,
se “essere più buoni” descrive davvero un desiderio di Natale.
Intanto “essere” è
qualcosa che è e, in quanto è, non può non essere; inoltre buoni
non si diventa ma così, come per “essere”, o si è o non si è.
Perciò non credo, fra le tante cose che non credo, che si possa
essere in un periodo quello che non si è mai.
Non so dire meglio
quello che non so dire del Natale: a questo punto posso solo dire che
non so dire Buon Natale.
4 commenti:
Anche se vecchie di vent'anni, sono parole che ci aiutano a scuotere un po' di polvere dalle nostre consuetudini, riguadagnando quel significato che è autentico se ne scorgiamo tracce lungo tutti gli altri giorni dell'anno. Buon Natale!
Credo che chi ammassa tante parole così , tutte insieme e piene di prosopopea gratutita, abbia giusto del tempo da perdere; e forse rispecchierà il suo pensiero ma sicuramente non richiesto...
Perchè continuare a rispecchiarsi nel passato, guardando indietro, guardiamoci attorno ora, e non in posti lontani, basta la porta a fianco.....ORMAI...
Good ppost
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