23 dicembre 2011

Natale, dal 1991 al 2011


Ho trovato in una agenda del 1991 (vent'anni fa) questo appunto. Non ricordo nemmeno se l'ho scritto io o l'ho copiato da qualche parte.
Ora lo scrivo usando la tastiera di questo vecchio pc e lo condivido con chi volesse leggerlo vent'anni dopo

Non so dire e non so nemmeno se “dire” è il modo giusto di dire quello che non so.
Non saprei nemmeno dire se quello che non so non lo so davvero oppure sono talmente ignaro che non so neppure di non sapere.
E’ così che avanzo incerto fra le parole che dicono del Natale.

Intanto non ricordo in modo preciso perché si festeggia il Natale: ho captato qualcosa legato ad un grasso individuo vestito di rosso che vaga nei cieli portando generi commerciali, soprattutto a bambini mediamente benestanti. Questa è certamente la cosa più importante, insieme all’impegno che tutti mettono nell’addobbare alberi fino a renderli irriconoscibili.
Non so dire di meno, ma questi, nell’incertezza generale mi sembrano i segni più importanti del Natale.

Poi qualcuno, credo, fa finta di credere a qualcosa di divino.
Beati loro: io credo che l’unica cosa in cui credo è che credo che credere non sia una cosa da credere. Non sono sicuro di nulla ma sono sicuro di non essere un credulone.
Costoro dopo aver finto di credere nel “rosso – ciccio – volante” si lavano la coscienza ricordando un altrettanto improbabile divinità diventata uomo attraverso la nascita in una grotta in Palestina.
Siamo seri: io non sarò sicuro di tante cose ma chi diffonde credenze del genere è certamente, nella migliore delle ipotesi, un illuso, quando non un mistificatore o un imbroglione.

Non so dire, infine, se “essere più buoni” descrive davvero un desiderio di Natale.
Intanto “essere” è qualcosa che è e, in quanto è, non può non essere; inoltre buoni non si diventa ma così, come per “essere”, o si è o non si è. Perciò non credo, fra le tante cose che non credo, che si possa essere in un periodo quello che non si è mai.

Non so dire meglio quello che non so dire del Natale: a questo punto posso solo dire che non so dire Buon Natale.

4 commenti:

Piero Chinellato ha detto...

Anche se vecchie di vent'anni, sono parole che ci aiutano a scuotere un po' di polvere dalle nostre consuetudini, riguadagnando quel significato che è autentico se ne scorgiamo tracce lungo tutti gli altri giorni dell'anno. Buon Natale!

Anonimo ha detto...

Credo che chi ammassa tante parole così , tutte insieme e piene di prosopopea gratutita, abbia giusto del tempo da perdere; e forse rispecchierà il suo pensiero ma sicuramente non richiesto...

Anonimo ha detto...

Perchè continuare a rispecchiarsi nel passato, guardando indietro, guardiamoci attorno ora, e non in posti lontani, basta la porta a fianco.....ORMAI...

Commercial Cleaners Fairfield ha detto...

Good ppost