“Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.”
Mentre scrivo mi scorrono davanti le immagini, i suoni, le parole dei cortometraggi di una rassegna a cui partecipavano ragazze e ragazzi della "Blow Up Academy”, la scuola di cinema di Ferrara.
Avevo poche aspettative: preso tra gli schemi mentali più diffusi sui giovani, oscillavo tra l'incapacità di comunicare e la distanza incolmabile fra loro e noi cosiddetti “adulti”.
Invece
ho ricevuto una quantità notevole di stimoli, scoprendo una
sincerità profonda nel bisogno di condividere il proprio mondo
interiore.
Ho avuto in regalo una lezione di comunicazione
autentica e suggestiva attraverso l’arte cinematografica: senza
nascondere le difficoltà è emerso un mondo ricco di visioni sul
presente e di slanci sul futuro.
Ho pensato proprio a questi giovani ed ai loro insegnanti come persone potenzialmente prive di maschere, capaci di dare un contributo autentico alla lettura del nostro mondo.
Spero
in loro, che possano aprire gli occhi a noi, che li abbiamo
preceduti, con la forza e la coerenza descritta da Isaia.
Siamo
ancora (sempre?) in un mondo dove la folla passa in pochi giorni
dall’esaltazione alla richiesta di crocifissione (aggiungendo poi
un selfie sotto il Golgota): c’è bisogno di non tirarsi
indietro sulla strada della ricerca autentica.
La Pasqua, anche
oggi, è più vicina di quello che sembra.