26 aprile 2025

#passa_Parola n.32


Come ogni settimana  con  i 1.500 caratteri della rubrica  #passa_Parola  sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio cerco di cogliere spunti dalle letture (o dalle formule, come in questo caso) della messa domenicale e di inserirli nelle esperienze della mia vita.
Quando ho scritto quelli di questa settimana non potevo immaginare che sarebbero stati pubblicati nel numero dedicato a Papa Francesco in occasione della sua morte. Più che mai sento che  "valga la pena sperimentare un riavvio che dia nuova energia ai collegamenti davvero importanti e vitali" camminando in compagnia di Papa Francesco nei sentieri che lo Spirito indica agli uomini del nostro tempo.

Di seguito il testo integrale.

Come bambini appena nati desiderate il genuino latte spirituale: vi farà crescere verso la salvezza. Alleluia.”

Questa settimana la frase che ho scelto, tratta dalla prima lettera di Pietro, viene proclamata come antifona d'ingresso: è la formula proposta per prima fra le due possibili.
Pietro ci mostra la Pasqua come un ritorno all'infanzia: una ripartenza, un reset del nostro sistema per provare ad eliminare scorie, virus, dati inutili. Una Pasqua di riformattazione.

Per alcuni anni ho passato diverse domeniche a casa di mio padre per il giorno di riposo delle persone che lo assistevano per il resto della settimana. Mi ero portato un vecchio PC ormai esausto ed ho provato a sostituire il sistema operativo più in uso con uno più leggero e gratuito, definito da un termine africano che si può tradurre in “umanità attraverso gli altri” o “benevolenza verso il prossimo”. 
Ogni domenica riscoprivo i processi che prima facevo in modo inconsapevole, imparando percorsi originali e opportunità impreviste: un bagaglio inatteso di esperienze che ancora mi aiutano. Con quel vecchio PC “rinato” sono riuscito a fare tutto quello che serviva, compreso scrivere i racconti che poi ho pubblicato in un libro.

Per chi, come me, si sente appesantito nelle funzioni più importanti, questa Pasqua può essere l’occasione per impostare una pulizia profonda o, se necessario, un vero e proprio cambio di sistema.
Penso valga la pena sperimentare un riavvio che dia nuova energia ai collegamenti davvero importanti e vitali.


 

17 aprile 2025

#passa_Parola n.31

#passa_Parola di Pasqua 2025. Le tante, troppe pietre scartate oggi dai costruttori diventano, come proclamato nel Salmo 118, le strutture portanti della grande casa in cui potremo vivere la piena felicità: è possibile alzare lo sguardo e incontrare la meraviglia e la speranza.

Un minuto di lettura sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio oppure qui di seguito.

La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d'angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi.”

È arrivata Pasqua anche nel 2025: il confine che ci separa dalla nostra piena realizzazione è stato demolito e non esistono dazi che possano rallentare o fermare il passaggio dalla morte alla vita.

La cultura dello scarto, di cui parla Papa Francesco, rende attuale questo verso del salmo 118: il sistema di vita, in cui gran parte del mondo è immerso, è un grande produttore di pietre scartate. Le persone più deboli pagano il prezzo del benessere altrui: sono le vittime delle troppe guerre, del disprezzo della natura, della cultura patriarcale, dell'egoismo elevato a regola di vita. Sono tante, troppe pietre che non si possono contare e nominare una per una come meriterebbero: grazie alla resurrezione di Gesù sono diventate il fondamento della grande casa in cui potremo vivere pienamente felici.

Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi”, una meraviglia che posso solo vagamente immaginare ma che sento quando assaporo la vita comunitaria, la solidarietà, il gusto di scoprire il dono di ogni persona.

Provo ad alzare lo sguardo e a non essere timido nel tentativo di vivere lungo il sentiero in cui Gesù mi ha preceduto: alimentare la meraviglia della Pasqua nutre la forza di camminare e crescere in mezzo alla gente.

È la speranza che si fa certezza di un cammino di liberazione verso la gioia che non finisce mai, con la leggerezza di chi sta imparando a vedere oltre ogni confine.


10 aprile 2025

#passa_Parola n.30

È la Domenica della Palme: si apre una settimana in cui la folla passa in pochi giorni dall’esaltazione alla richiesta di crocifissione. A guardarsi attorno sembra la cronaca dei nostri giorni dominati dalla manipolazione della comunicazione. A maggior ragione c’è bisogno di non tirarsi indietro sulla strada della ricerca autentica con uno slancio di fiducia: e se fossero i giovani a proporci nuove visioni?
#passa_Parola arriva al numero 30 sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio .
Il testo integrale (1.500 caratteri si leggono in un minuto) si trova anche qui di seguito.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.”

Mentre scrivo mi scorrono davanti le immagini, i suoni, le parole dei cortometraggi di una rassegna a cui partecipavano ragazze e ragazzi della "Blow Up Academy”, la scuola di cinema di Ferrara.

Avevo poche aspettative: preso tra gli schemi mentali più diffusi sui giovani, oscillavo tra l'incapacità di comunicare e la distanza incolmabile fra loro e noi cosiddetti “adulti”.

Invece ho ricevuto una quantità notevole di stimoli, scoprendo una sincerità profonda nel bisogno di condividere il proprio mondo interiore.
Ho avuto in regalo una lezione di comunicazione autentica e suggestiva attraverso l’arte cinematografica: senza nascondere le difficoltà è emerso un mondo ricco di visioni sul presente e di slanci sul futuro.

Ho pensato proprio a questi giovani ed ai loro insegnanti come persone potenzialmente prive di maschere, capaci di dare un contributo autentico alla lettura del nostro mondo.

Spero in loro, che possano aprire gli occhi a noi, che li abbiamo preceduti, con la forza e la coerenza descritta da Isaia.
Siamo ancora (sempre?) in un mondo dove la folla passa in pochi giorni dall’esaltazione alla richiesta di crocifissione (aggiungendo poi un selfie sotto il Golgota): c’è bisogno di non tirarsi indietro sulla strada della ricerca autentica.
La Pasqua, anche oggi, è più vicina di quello che sembra.



5 aprile 2025

#passa_Parola n.29

Anche questa settimana San Paolo è presente nelle nostre messe domenicali con un bellissimo brano della lettera ai Filippesi. Racconta del suo desiderio di conquistare la perfezione, non per presunzione o vanagloria, ma perché lui stesso è stato conquistato. Cosa significa conquistare? Quale perfezione si può raggiugere?  Sono alcuni degli spunti proposti da #passa_Parola n. 29 sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio nel contributo riportato integralmente qui di seguito.

Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch'io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata.”

Ancora una volta Paolo di Tarso mi conquista (!) non perché impugna la spada (immagine che mai come oggi mi sembra inapplicabile all'idea della santità) ma perché apre il suo cuore e rivela gli atteggiamenti importanti della sua vita.

L'apostolo delle genti propone anche a noi un cammino di ricerca della perfezione che deriva dall'essere stati conquistati da Gesù: una dimensione profonda e non una serie di norme da applicare. Sono certo che oltre a scrivere queste cose agli abitanti di Filippi, San Paolo le abbia fatte scrivere (attraverso lo Spirito Santo) nei testi del Concilio Vaticano II e ci stia provando in questi giorni anche col Sinodo.

Fra i tanti significati che la Treccani propone per il verbo conquistare, il più adatto mi sembra sia “far appassionare”. Dare spazio alla "passione", lo sappiamo, prevede l'entusiasmo di una meta che si ottiene attraversando senza paura la sofferenza.

È la storia di tanti che ho incontrato: lontani dai riflettori di una comunicazione distorta, si dedicano a quello che conta davvero. Ogni giorno fanno piccoli passi verso la perfezione, consapevoli che in questa vita realizzeranno solo una parte del loro percorso che si manifesterà pienamente nell'incontro faccia a faccia con Gesù.

È la carovana dei “santi della porta accanto”: è bello scoprire che esistono davvero.