Dio stesso, nella Genesi, afferma che la donna è il principale nemico del male diffuso nel mondo.
Non ci sono dubbi od eccezioni: ogni
donna ha la forza dell’inimicizia verso il male, senza questa forza
non si va da nessuna parte.
Provo a dire qualcosa anch'io: sento il limite della mia prosa e mi viene da scrivere una poesia/quasi preghiera in occasione dell'8 dicembre.
#passa_Parola n. 14 si può leggere sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio oppure qui di seguito.
«Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno»
Scrivo questo testo a pochi giorni dal 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza alle donne. Immagino un filo rosso che unisce il 25 novembre all’8 marzo: questo filo per chi, come me, prova a mettere in pratica il messaggio cristiano, attraversa anche l’8 dicembre. La frase della Genesi propone la donna come il principale nemico del male diffuso nel mondo. L’affermazione, attribuita a Dio stesso, toglie ogni dubbio e non giustifica distinguo od eccezioni: ogni donna ha la forza dell’inimicizia verso il male, senza questa forza non si va da nessuna parte.
L’8 dicembre il riferimento a Maria di Nazareth diventa lo sguardo verso chi ha realizzato pienamente la dimensione femminile: la ragazza di Nazareth, la mamma di Gesù, la sposa di Giuseppe accompagna le nostre storie vivendo la pienezza della fede nella vicinanza alla dimensione umana di ciascuno di noi.
Poiché non riesco a spiegare meglio quello che intendo, ho provato a dirlo attraverso una poesia/quasi preghiera.
SEI MARIA.
Sei
uscita
Forte e dolce,
vera più di un pensiero:
mano che afferra
petto che avvolge,
riscalda,
consola.
Sei
rimasta
ninna
nanna
nelle
notti insonni.
Sguardo
amico
negli
sbagli,
tenerezza
di sorella,
pazienza
di madre
scandalo
sotto
ogni croce.
Sei
viva,
infinito
accanto,
nel
tempo che si assottiglia
nel
passo che rallenta.
Germoglio
che
sconfigge l'inverno,
melodia
accennata
nel
frastuono costante.
Con
me,
con
tutti,
con
tutto:
ancora
che diventa sempre.
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