19 dicembre 2024

#passa_Parola n.16


La Voce di Ferrara-Comacchio esce questa settimana, poi riprenderà il 7 gennaio: è l'occasione buona per festeggiare il Natale e prepararsi al nuovo anno.
Il mio contributo, nello spazio di 1.500 caratteri, mette insieme un po' di voglia di giocare coi nomi dei profeti con la consapevolezza che la salvezza nasce dalle piccole realtà, spesso lontane dalle stanze del potere.
Infine una filastrocca popolare a cui sono affezionato soprattutto per l'immagine "casalinga" con Maria che lava e Giuseppe che stende. La famiglia di Gesù sperimentava già una giusta divisione dei compiti nella vita quotidiana: era già molto più avanti di tante famiglie anche del nostro tempo.

Ecco il testo integrale....Buon Natale!

«E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele»

Michea è vissuto otto secoli prima di Gesù ed era contemporaneo di Isaia ed Osea: quelli che scherzosamente vengono definiti i profeti veneti (la prova delle origini si ottiene elencandoli in sequenza con la cadenza tipica veneta). Alcuni autori, non troppo accreditati, dicono che Michea fosse un appassionato di falegnameria fai da te e che il nome giusto preveda la lettera K.

Comunque sia, Michea è un profeta in gamba e quello che ha previsto e scritto si è avverato.

Natale riporta lo sguardo sulle piccole realtà quotidiane sapendo che da lì viene la salvezza: Betlemme, ora come allora, è più importante dei palazzi dove abitano i potenti del mondo. “Egli stesso sarà la pace!” ribadisce Michea ed è questo il senso della storia, la certezza di speranza che illumina anche le ore più buie.
Cerco di tornare bambino e rivivere il calore delle giornate natalizie che raccontano un mondo dove si vive insieme senza egoismi sfrenati. Così riscopro una vecchia filastrocca e la trascrivo nella versione che conosco. Sono i miei auguri per questo Natale 2024.

La notte di Natale 
è nato un bel bambino, 
bianco, rosso
e tutto ricciolino.

Maria lavava, 
Giuseppe stendeva 
il Bimbo piangeva
dal freddo che aveva.

"Sta zitto mio figlio
che adesso ti piglio,
pane non ho 
ma il latte ti darò".

La neve sopra i monti
cadeva lenta lenta
Maria col suo velo
copriva Gesù!


 

14 dicembre 2024

#passa_Parola n.15


Questa domenica (detta "gaudete") ci affida un grande messaggio di speranza. Con poche "pennellate" San Paolo ci invita ad essere lieti, non in senso consolatorio ma come consapevolezza del grande dono che ciascuno di noi ha ricevuto. 
E' ancora una sfida da affrontare ogni giorno con tenacia e serenità. 

Come di consueto il mio #passa_Parola si può leggere in poco più di un minuto sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio  ed è riportato qui di seguito.

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. 
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.”

Questo brano, dalla Lettera ai Filippesi, dà l’impronta a tutta la liturgia della terza domenica di Avvento: anche l’antifona di ingresso è presa dallo stesso testo.

È la domenica detta “gaudete”, un assaggio della grande festa del Natale: sono ammessi paramenti rosa invece che viola. Qualcosa di analogo succederà anche nella quarta domenica di Quaresima il 30 marzo 2025. me lo segno già sul calendario.
Siamo invitati con insistenza ad essere lieti, a rallegrarci: tutto è possibile perché il Signore è vicino. Non ha senso angustiarsi dato che la pace di Dio custodirà i nostri cuori. È davvero così?

Provo ad analizzare i momenti che ho vissuto ieri e scopro novità inattese: piccoli dettagli che potrebbero portare nuovi significati. Penso a un breve colloquio durante uno spostamento in auto. L’amica che mi dava un passaggio, ha semplicemente condiviso la difficoltà a vedere segni di speranza nel mondo in cui viviamo. Con un po’ di sconforto ci siamo raccontati alcune scelte quotidiane, scoprendo che erano comuni alle nostre famiglie. Ci siamo lasciati con la consapevolezza di aver avuto in dono la possibilità di creare relazioni autentiche con le persone che incontriamo.

Forse la letizia nel Signore passa attraverso piccoli gesti che consolano, scaldano, rinfrancano: dipende da me cogliere e accogliere il senso insito in ogni istante.

7 dicembre 2024

#passa_Parola n.14

Dio stesso, nella Genesi, afferma che la donna è il principale nemico del male diffuso nel mondo.
Non ci sono dubbi od eccezioni: ogni donna ha la forza dell’inimicizia verso il male, senza questa forza non si va da nessuna parte.
Provo a dire qualcosa anch'io: sento il limite della mia prosa e mi viene da scrivere una poesia/quasi preghiera in occasione dell'8 dicembre.
#passa_Parola n. 14 si può leggere sul settimanale La Voce di Ferrara-Comacchio oppure qui di seguito.

«Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno»

Scrivo questo testo a pochi giorni dal 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza alle donne. Immagino un filo rosso che unisce il 25 novembre all’8 marzo: questo filo per chi, come me, prova a mettere in pratica il messaggio cristiano, attraversa anche l’8 dicembre. La frase della Genesi propone la donna come il principale nemico del male diffuso nel mondo. L’affermazione, attribuita a Dio stesso, toglie ogni dubbio e non giustifica distinguo od eccezioni: ogni donna ha la forza dell’inimicizia verso il male, senza questa forza non si va da nessuna parte.

L’8 dicembre il riferimento a Maria di Nazareth diventa lo sguardo verso chi ha realizzato pienamente la dimensione femminile: la ragazza di Nazareth, la mamma di Gesù, la sposa di Giuseppe accompagna le nostre storie vivendo la pienezza della fede nella vicinanza alla dimensione umana di ciascuno di noi.

Poiché non riesco a spiegare meglio quello che intendo, ho provato a dirlo attraverso una poesia/quasi preghiera.

SEI MARIA.

Sei uscita

dai miei sogni di bambino.
Forte e dolce,
vera più di un pensiero:
mano che afferra 
petto che avvolge,
riscalda,
consola.

Sei rimasta 
ninna nanna
nelle notti insonni.
Sguardo amico
negli sbagli,
tenerezza di sorella,
pazienza di madre
scandalo
sotto ogni croce.

Sei viva,
infinito accanto,
nel tempo che si assottiglia
nel passo che rallenta.
Germoglio
che sconfigge l'inverno,
melodia accennata
nel frastuono costante.
Con me,
con tutti,
con tutto:
ancora che diventa sempre.